2019 | Luigi Giussani

UN FIORE PER TERRA

Tutti gli esseri sono un mistero, partecipano del Mistero come origine della loro consistenza. L'origine di ogni cosa è misteriosa. Se io vedo un fiore per terra, un fiore del campo -come Gesù stava guardando, quella volta (cfr. LC 12,27; Mt 6,28)-, se io vedo il piccolo, dimenticato e quasi dispregiato fiore del campo, sono ben lieto di affermarne l'esistenza.

Affermare l'esistenza di una piccola cosa può essere più suggestivo ancora che affermare l'esistenza del Monte Bianco, perché indica una maggior pertinenza a tutto ciò che è, indica una maggior sensibilità.

Se vado oltre la povera chimica che spiega il filo d'erba, che spiega la fisiologia di quel fiore -pretendessi definirlo con la botanica, perderei tutta la sua immensa consistenza-, quel filo d'erba pensate  che radice lunga ha, se è una radice che lo porta a galla dall'infinito: è una radice infinita; cioè è mistero per noi come esista.

... Un fiore guardato senza la prospettiva del Mistero che lo ingombra dal di dentro, lo anima dal di dentro, è povera cosa. E il concetto, l'idea, l'immagine, finisce al livello del marcire, marcisce. Invece un fiore guardato scoprendo la prospettiva sterminata, infinita -infinita nel senso letterale della parola- della radice che lo fa consistere, nella prospettiva cioè del Mistero che in esso si esprime: questo è un possesso del fiore senza nessun paragone più grande.

Questa seconda modalità fa essere l'uomo contento e carico di lode per ciò che esiste, lo fa essere religioso -che è la parola più piena che ci sia- o lo fa essere poeta, almeno poeta.

Luigi Giussani

Da: "Si può (veramente?!) vivere così?" di Luigi Giussani
Rizzoli, 1996, pp. 382-383

 

Dominus flevit op. 632 particolare