2019 | Giuseppe Frangi

L'Erba. Microcosmi da esplorare

I titoli di queste opere sono fondamentali per coglierne la natura. 
I ritagli di prato, infatti, così volutamente normali provengono da due luoghi ben connotati e precisi: è l'erba che attornia il monastero benedettino della Cascinazza, a sud di Milano, luogo a cui l'artista è particolarmente legata, è l'erba dell'aiuola davanti alla chiesa di Santa Maria Nascente a Milano.

Non è quindi un prato ma è quel prato e quell'aiuola che rimanda al filo privilegiato  con l'infinito stabilito da chi vive i suoi giorni  e le sue ore tra le mura del monastero, che rimanda all'umile saluto dei passanti ad una Madonna davanti ad una chiesa.  

Un filo d'erba può dunque custodire il mistero dell'Assunta come evinciamo dal titolo di una delle opere. Per questo non c'è da aggiungere altro, ma da applicarsi con umiltà sulla tela che aspira a diventare un nuovo prato.

L’artista ce lo propone in una prospettiva dall’alto che suggerisce una propensione tutta verticale. «La verticale mi aiuta a precisare la direzione delle linee», aveva scritto Matisse. «Nei disegni non indico una curva come quella di un ramo senza aver coscienza del suo rapporto con la verticale».

L’Erba di Paola Marzoli partendo dalla terra ha l’eterno come direzione e per questo si offre ai nostri occhi come un’icona contemporanea.  

Giuseppe Frangi

 

Dominus flevit op. 632 particolare